cambiamento climatico
Education | giugno 2023

Energia e Clima: tra opportunità e sfide per il futuro del Pianeta

I cambiamenti climatici sono la più grande sfida del prossimo decennio per la salvaguardia del nostro Pianeta e delle sue risorse. Mutazioni climatiche che, nel corso del tempo, hanno provocato, tra i principali effetti, innalzamenti della temperatura media globale e un aumento della frequenza di eventi metereologici estremi. Fenomeni sui quali è possibile però intervenire attraverso l’adozione di strategie a favore dell’ambiente e a sostegno di una transizione energetica globale.

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Clima: Cosa è il cambiamento climatico?

I cambiamenti climatici sono alterazioni a lungo termine dei modelli meteorologici su scala globale. Fenomeni che, se non monitorati, possono provocare l’innesco di viziosi circoli di causa-effetto.

Qualche esempio:

  • Gas serra/temperatura terrestre: l’aumento delle emissioni di gas climalteranti, come l’anidride carbonica (CO2), provoca un riscaldamento del Pianeta con effetti di innalzamento delle temperature medie
  • Meteo/ecosistemi: il cambiamento dei pattern di precipitazioni provoca l’aumento del livello dei mari e l’intensificazione di eventi climatici estremi, quali esondazioni, alluvioni e siccità. Tali variazioni provocano fenomeni di acidificazione degli oceani e cambiamento delle correnti con importanti effetti sugli ecosistemi marini
  • Ambiente/biodiversità: i cambiamenti ambientali provocano fenomeni di alterazioni delle specie vegetali e di migrazione di specie animali verso latitudini o altitudini con condizioni climatiche più favorevoli. Un mutamento al quale non tutte le specie saranno, forse, in grado di adattarsi, con un alto rischio di perdita della biodiversità.

"È inequivocabile che gli esseri umani stanno influenzando il riscaldamento dell'atmosfera, dell'oceano e della terra" – Panel intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC)

In particolare, con riferimento al surriscaldamento globale, le serie storiche evidenziano come, dal 1900 ad oggi, la temperatura sia aumentata mediamente di +0,8° ogni decennio e di circa +1,0°C rispetto all’era preindustriale. Numeri che possono sembrare piccoli, ma che corrispondono a un’importante crescita del calore accumulato e che, se confermati per i prossimi anni, porterebbe a un aumento della temperatura superiore ai 2°C entro il 2100.

Clima: Quali gli scenari futuri?  

Secondo la classificazione ideata dal botanico e climatologo Wladimir Koeppen (1990), successivamente ampliata e modificata da altri studiosi, è possibile individuare nel mondo 5 tipi di climi, dette anche “aree climatiche”, raggruppate secondo 3 criteri principali: temperatura, precipitazioni e stagioni.

Uno strumento fondamentale per riconoscere le somiglianze e le differenze climatiche tra diverse aree geografiche e comprendere meglio i climi della Terra.

In generale:

  • I climi di tipo A (tropicali-piovosi) sono definiti dalla stagionalità delle precipitazioni
  • I climi di tipo B (aridi) sono caratterizzati dalla scarsità di precipitazioni
  • I climi di tipo C (temperati) e D (freddi) definiti dalla temperatura
  • I climi di tipo E (polari) suddivisi in tundra (ET) e neve/ghiaccio (EF)

Accanto ad alcuni gruppi, si affiancano anche altre lettere minuscole che ne profilano i microclimi. Solo a titolo di esempio: f (precipitazioni in tutti i mesi), w (inverno secco), s (estate secca) a, b, c, d (tra caldo estivo o freddo invernale).  

L’Italia appartiene, oggi, alla fascia C, caratterizzata, quindi, da un clima temperato ed estati caldo-umide; ad eccezione della zona delle Alpi e degli Appennini con climi di tipo D (inverni lunghi e freddi).

Ma, secondo gli studiosi, questa mappatura potrebbe profondamente cambiare, se non si mettono in atto strategie ad hoc contro i cambiamenti climatici in corso.

Secondo i dati pubblicati della George Mason University, entro il 2100, quasi la metà delle terre emerse si troverà in una zona climatica diversa rispetto all’attuale, con  conseguenze significative per la biodiversità e gli ecosistemi. E l’Europa, insieme al Nord-America, è il Continente dove il cambiamento sarà più evidente.

Anche i dati pubblicati nello studio su Earth’s Future, che approfondisce l’impatto del riscaldamento globale nelle diverse aree climatiche, prevede mutamenti delle aree: espansione delle zone più calde e avanzamento delle subtropicali verso i poli.  

Secondo le previsioni:

  • Le aree tropicali aumenteranno dal 23% al 25% della superficie terrestre
  • Le aree aride passeranno dal 31% al 34% della superficie terrestre
  • Le aree polari subiranno un progressivo ristringimento. Già oggi, le aree polari ricoprono il 6,5% della superficie terrestre contro l’8%, registrato tra il 1901 e il 1930. 

Energia: Quale il ruolo delle rinnovabili?   

Secondo le stime del Team scientifico Global Carbon Project, il 2022 sarebbe stato un anno record in termini di emissioni di CO2 globali, con una stima di quasi 40,6 miliardi di tonnellate di CO2. Ma la realtà ha disatteso le aspettative.

Come evidenzia il Report dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), il 2022 ha chiuso con 36,8 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2e). Un risultato ancora ben lontano dal target fissato dall’accordo di Parigi, per non varcare la soglia critica dei 2°C di riscaldamento globale, ma positivo rispetto alle stime.

“In un anno caratterizzato da shock dei prezzi energetici, aumento dell’inflazione e interruzioni dei flussi commerciali dei combustibili tradizionali, la crescita globale delle emissioni è stata inferiore a quanto temuto, nonostante il passaggio dal gas al carbone in molti Paesi” – fonte IEA.

E a frenare la crescita la diffusione delle energie rinnovabili, per un risparmio complessivo di 550 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2e).

Il settore dell’energia pesa, oggi, sul nostro carbon budget annuale per oltre il 70%. Per questo, prevedere, a livello globale e regionale, strategie per la sostituzione dell’energia da fonti fossili con energia da fonti rinnovabili diventa quanto mai cruciale, per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti negativi sull'ambiente.

E in questo senso innovazione tecnologica, azioni collettive e politiche a favore di una transizione energetica globale svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Già oggi, grazie a soluzioni tecnologiche complete che integrano impianto fotovoltaico e sistema di accumulo, è possibile per tutti non solo autoprodurre energia pulita, ma utilizzarla al meglio per la copertura dei consumi della propria abitazione. Una scelta vantaggiosa non solo in termini di risparmio, ma di sostenibilità ambientale.

L'uso di energia solare può contribuire, infatti, ad alimentare il nostro “tesoretto di risparmio” di CO2 per l’ambiente. L’integrazione dell’impianto fotovoltaico con un sistema di accumulo consente, infatti, di immagazzinare l'energia pulita autoprodotta in eccesso durante il giorno e di rilasciarla quando se ne ha più bisogno, tipicamente la sera, garantendo così un approvvigionamento energetico costante da fonte rinnovabile e riducendo il grado di dipendenza da centrali elettriche che generano energia da fonte fossile.

Una scelta che si traduce anche in un risparmio economico a lungo termine, grazie all’abbattimento dei costi delle bollette elettriche. E non da ultimo, la diffusione delle rinnovabili e del settore fotovoltaico possono creare nuove opportunità di lavoro e stimolare la crescita economica sostenibile.

Le soluzioni sonnen per una transizione energetica globale

Da sempre sonnen offre soluzioni complete per l’indipendenza energetica e a favore di una transizione energetica globale.

Se si considera un consumo medio annuo di 5.400 kWh e un impatto carbonico di 1.536 kg CO2, grazie all’integrazione di impianto fotovoltaico e sistema di accumulo intelligente sonnenBatterie è possibile risparmiare emissioni per 1.152 kg CO2/annuo.

Ma non solo. Grazie all’installazione di un sistema di accumulo fotovoltaico sonnenBatterie, che immagazzina l’energia autoprodotta dall’impianto durante il giorno e la rilascia quando se ne ha più bisogno, è possibile raggiungere un grado di indipendenza energetica pari al 75%. 

Il restante 25% può essere coperto aderendo all’offerta energia sonnenFlat 1500, grazie alla quale l’utente riceve un bonus annuale di 1500 kWh (pari a un controvalore massimo di 150 €) direttamente in bolletta, come ricompensa per aver messo a disposizione il proprio sistema di accumulo sonnenBatterie per i servizi di stabilizzazione della rete elettrica nazionale. E raggiungere così il 100% d’indipendenza energetica dai tradizionali fornitori di energia. Una scelta che fa bene non solo all’ambiente, ma anche al portafoglio.

 

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