Quanto inquina una mail? Tutto quello che bisogna sapere
La posta elettronica è uno strumento quotidiano e apparentemente innocuo, ma anche l’invio di una singola mail ha un costo ambientale. Ogni messaggio comporta il consumo di energia per essere trasmesso, archiviato e letto, contribuendo – anche se in modo invisibile – alle emissioni globali di CO₂. In un’epoca in cui si parla sempre più di sostenibilità digitale e di efficienza energetica, è essenziale conoscere quanto inquina una mail, quanta energia consuma e come ridurre l’impatto delle nostre azioni online.
Quanta CO₂ emette una mail?
Una semplice e-mail (senza allegati) può generare da 0,3 a 4 grammi di CO₂, mentre una mail con allegati pesanti o inviata a più destinatari può arrivare a 50 grammi di CO₂. Questo avviene perché ogni e-mail attraversa numerosi server, data center e dispositivi connessi, tutti alimentati da energia elettrica. Considerando i miliardi di e-mail inviate ogni giorno, l’impatto cumulativo diventa significativo, specialmente in assenza di infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili.
Quanta energia serve per mandare una mail?
L’invio e la ricezione di una mail comportano il funzionamento simultaneo di:
- data center (che processano e archiviano la posta),
- reti di telecomunicazione (che trasmettono i dati),
- dispositivi elettronici (PC, smartphone, modem, router).
In media, una e-mail consuma da 0,3 a 26 Wh, a seconda della complessità. Le e-mail con allegati pesanti, newsletter automatiche o backup di grandi archivi consumano più energia rispetto ai messaggi testuali brevi.
Quanto inquina una mail rispetto ad altre attività digitali?
Sebbene meno inquinante rispetto allo streaming o alle videoconferenze, la mail è tra le attività digitali più frequenti. Un utente medio che invia 30 e-mail al giorno può generare oltre 130 kg di CO₂ l’anno, equivalenti a più di 800 km percorsi in auto. L’inquinamento digitale non dipende solo da attività complesse, ma anche dall’accumulo di microazioni quotidiane come l’invio di posta elettronica.
Come ridurre l’impatto ambientale delle email?
Ecco alcune buone pratiche:
- Limitare le e-mail non necessarie, come le risposte automatiche o i messaggi di ringraziamento.
- Cancellare vecchie e-mail e allegati pesanti, per ridurre l’energia richiesta dai server per l’archiviazione.
- Comprimere i file prima di allegarli o condividerli tramite link cloud temporanei.
- Utilizzare provider green con data center alimentati da fonti rinnovabili.
- Sfruttare energia pulita per i propri dispositivi, alimentandoli tramite impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo domestico.
L’impatto digitale e il ruolo delle rinnovabili
Ridurre l’inquinamento digitale non significa rinunciare alla tecnologia, ma usarla in modo più consapevole. Alimentare i dispositivi e le connessioni con fonti rinnovabili, come l’energia solare, è una delle soluzioni più concrete. In questo contesto, il passaggio all’autoproduzione e all’accumulo intelligente di energia è una scelta strategica per ridurre l’impatto ambientale anche delle azioni digitali più piccole.
sonnen: energia pulita anche per il mondo digitale
In un mondo in cui anche una semplice e-mail ha un costo ambientale, diventa fondamentale essere sempre più consapevoli delle proprie azioni. In questo, sonnen si conferma un alleato concreto per la transizione energetica e non solo. Attraverso i suoi sistemi di accumulo intelligenti e le offerte di energia 100% rinnovabile, sonnen consente alle famiglie di alimentare le proprie attività con energia pulita, riducendo le emissioni di CO₂.
Con soluzioni modulari e integrate, come la sonnenBatterie, è possibile sfruttare al massimo l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, immagazzinandola per l’utilizzo serale o nei momenti di picco. Alimentare i propri dispositivi e reti domestiche con energia solare è un modo concreto per abbattere l’impatto ambientale anche delle attività digitali più comuni.