COP27: tra novità e sfide contro il cambiamento climatico
Dalla conferenza sul clima di Sharm el-Sheikh nuove iniziative per la decarbonizzazione globale, un’economia meno energivora e un rilancio della cooperazione internazionale.
Conference of Parties (COP)
La Conference of the Parties (COP) è l’appuntamento annuale che, dal 1995, riunisce tutte le parti firmatarie della “Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici” (UNFCCC): il trattato internazionale incentrato su clima e ambiente, stipulato per la prima volta al Summit di Rio de Janeiro del 1992.
L’UNFCCC è stato redatto con l’obiettivo di stabilizzare la concentrazione dei gas serra e prevenire danni al sistema climatico a livello globale. In sostanza, un impegno concreto delle parti firmatarie verso un obiettivo comune, piuttosto che un accordo su mezzi e strumenti per il suo raggiungimento, oggetto invece delle conferenze annuali.
Novità della COP27
Città ospite della 27° edizione della COP27 è stato la città di Sharm-El Sheik in Egitto. Tra le novità emerse dalla Conferenza, l’istituzione di un fondo “Loss and Damage”: fondo di riparazione a carico dei Paesi responsabili per inquinamento e danni ambientali, creato a favore delle nazioni maggiormente colpite da tali condotte.
Pur non essendo ancora definite modalità, entità, provenienza e destinazione dei fonti, la sua istituzione tratteggia una precisa volontà dei partecipanti di confermare l’impegno verso la sostenibilità e la tutela ambientale.
L’idea di un tale fondo era già stata presentata più volte nel corso di precedenti incontri internazionali da parte dei Paesi maggiormente vessati dalle conseguenze del cambiamento climatico e che contribuiscono oggi in minima parte all’effetto serra, nell’intento di responsabilizzazione le nazioni con il maggiore impatto climatico in termini di emissioni di CO2.
A favore dell’istituzione del fondo, hanno avuto un ruolo chiave:
- Il tenace sostegno dei Paesi del blocco africano che hanno ribadito l’importanza della questione;
- La Cina, nazione detentrice del primato per emissioni di CO2, che non sarà più considerata Paese in via di sviluppo e dovrà quindi contribuire alla finanza climatica;
- L’Unione Europea, Canada e Stati Uniti schierate a favore dei Paesi del blocco africano
Oltre al fondo Loss and Damage è stata presentato il Climate Trace: un sistema per aumentare l’efficienza degli strumenti per il tracciamento delle emissioni di CO2. In questo modo, si potrà individuare, con maggior precisione, quali Paesi siano in linea con gli impegni ambientali.
Infine, più di cento Paesi partecipanti, hanno aderito all’iniziativa Methane Pledge, proposta dagli Stati Uniti, per la riduzione delle emissioni di metano; un gas che ha una capacità di intrappolare calore otto volte superiore a quella dell’anidride carbonica, ma che ha il vantaggio di decomporsi più velocemente delle CO2. Un taglio che comporterebbe, dunque, una riduzione dell’impatto nel breve periodo. Le stime prevedono, entro il 2030, un abbattimento delle emissioni di metano del 33% rispetto ai livelli 2020.
I limiti della COP27
Le note positive emerse al termine della Conferenza, non sono state però sufficienti a soddisfare le grandi aspettative sulla COP27. “Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta.” ha commentato Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione Europea, al termine dei lavori. “Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte degli inquinatori maggiori per un incremento e un'accelerazione delle loro emissioni”.
Nel corso della COP27 sono, infatti, mancati significativi impegni da parte dei partecipanti in termini di riduzione dei combustibili fossili, complici:
- la presenza di molti lobbisti dell’industria con interessi nelle fonti fossili;
- le pressioni di alcuni Paesi per introdurre il gas naturale nel percorso di transizione energetica;
- la crisi energetica che ha portato l’Europa a stringere accordi per gas e petrolio africano, con il rischio di consolidare l’industria dei combustibili fossili in quelle aree.
Non sono stati, dunque, fissati obiettivi concreti sull’uso di combustibili fossili, anche se diversi stakeholder hanno dichiarato l’intenzione di introdurre tasse per le imprese del settore al fine di limitarne i profitti.
Altra nota di disappunto proviene dalla voce di Antonio Guterres, Segretario generale dell’Onu. “Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un tema che questa COP non ha affrontato. Un fondo per i Loss and Damage è essenziale, ma non è una risposta alla crisi climatica che spazza via una piccola isola dalla mappa, o trasforma un intero paese africano in un deserto. Il mondo ha ancora bisogno di un passo da gigante sull'ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo superare è la linea che porta il nostro pianeta oltre il limite di 1,5 gradi di temperatura”.
Risultano, infatti, ancora poco significativi i progressi fatti sino ad ora rispetto agli obiettivi già stabiliti nel corso della COP26 di Glasgow. Le attuali misure di decarbonizzazione consentirebbero, infatti, di raggiungere, entro il 2030, una riduzione delle emissioni del 0,3% rispetto al 2019. Un risultato ancora ben lontano dal target del 43%.
Mancano, inoltre, gli stanziamenti promessi per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Le stime prevedono la necessità di investimenti in rinnovabili pari a 4.000 miliardi di dollari/anno, da oggi al 2030. E, non da ultimo, risulta ancora assente il fondo da 100 miliardi di dollari a supporto delle politiche climatiche per i Paesi meno sviluppati, stabilito dagli Accordi di Parigi.
Ma la partita del cambiamento climatico, non si gioca esclusivamente ai tavoli internazionali. Già oggi, è possibile per ciascun cittadino dare il proprio contributo per una transizione energetica globale, adottando soluzioni sostenibili a favore dell’uso delle energie rinnovabili per una riduzione delle emissioni di anidride carbonica a tutela dell’ambiente.
Soluzioni sonnen per la transizione energetica
Da sempre sonnen offre soluzioni complete per l’autoproduzione e il consumo di energia pulita e rinnovabile, grazie all’integrazione di impianto fotovoltaico e sistema di accumulo intelligente sonnenBatterie.
Con l’installazione di un impianto fotovoltaico è possibile, infatti, coprire fino al 35% dei consumi energetici annui di una famiglia media. Ma grazie all’integrazione di sistema di accumulo fotovoltaico sonnenBatterie, che immagazzina l’energia autoprodotta dall’impianto durante il giorno e la rilascia quando se ne ha più bisogno, ad esempio la sera quando l’impianto è spento e i consumi aumentano, è possibile raggiungere un grado di indipendenza energetica pari al 75%.
Il restante 25% può essere coperto aderendo all’offerta energia sonnenFlat 1500, grazie alla quale l’utente riceve un bonus annuale di 1500 kWh (pari a un controvalore massimo di 150 €) direttamente in bolletta, come ricompensa per aver messo a disposizione il proprio sistema di accumulo sonnenBatterie per i servizi di stabilizzazione della rete elettrica nazionale. E raggiungere così il 100% d’indipendenza energetica dai tradizionali fornitori di energia. Una scelta che fa bene non solo all’ambiente, ma anche al portafoglio.
Unisciti alla costruzione del futuro dell’energia con sonnen.