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Education | luglio 2022

Cambiamento climatico: quali sono gli effetti di un aumento di 2°C?

Uno dei principali obiettivi alla base della maggior parte degli interventi in ambito di transizione energetica effettuati nell’ultimo decennio è il contenimento dell’aumento della temperatura del pianeta entro il limite di +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali ed evitare di raggiungere i +2,0°C. Ma come è stata stabilita questa soglia e quali potrebbero essere le conseguenze se venisse superata?

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Un impegno a livello globale

Il primo vero passo a livello internazionale per contenere gli effetti del cambiamento climatico è stato compiuto nel corso della XXI Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), tenutasi nel 2015 vicino a Parigi. In questa occasione, infatti, è stato negoziato un accordo meglio conosciuto come Trattato di Parigi, che, per la prima volta, impegna tutti i Paesi a ridurre le proprie emissioni di gas serra, abrogando di fatto la distinzione di principio tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo.

L’obiettivo era quello di contrastare gli effetti del cambiamento climatico e adottare un modello di sviluppo sostenibile a livello globale, ma ripartendo la responsabilità tra i diversi Paesi in funzione delle rispettive capacità. Per questo venne stabilito che l’accordo sarebbe entrato in vigore solo una volta ratificato da almeno 55 Paesi, che rappresentassero almeno il 55% del totale delle emissioni globali di gas a effetto serra. Tale risultato venne raggiunto il 4 novembre 2016, in seguito alla ratifica formale da parte dell’Ue avvenuta il 5 ottobre dello stesso anno.

È proprio in occasione della Conferenza di Parigi che venne stabilita la soglia massima del riscaldamento globale a +2°C rispetto ai livelli pre-industriali, ma con la raccomandazione di tenersi il più vicino possibile ai +1,5°C, riducendo così in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici.

Ma vediamo insieme perché 0,5°C possono fare la differenza per il nostro futuro.

Le conseguenze di un incremento di 2°C delle temperature globali

Nel 2018, l’IPCC (International Panel on Climate Change) ha pubblicato un rapporto, commissionato proprio in occasione della XXI Conferenza UNFCCC, per tracciare un quadro sulla situazione climatica del pianeta e, in particolare, analizzare le differenze tra uno scenario in cui l’innalzamento della temperatura venga mantenuto entro i +1,5°C e il caso in cui si raggiungano i +2°C.

In particolare, dal rapporto emerge che, se si riuscisse a rispettare l’obiettivo degli 1,5°C, assisteremmo a:

  • Un incremento del 100% del rischio di inondazioni;
  • Estati senza ghiaccio nell’Artico una volta ogni secolo;
  • Un aumento dei livelli del mare di 48 centimetri entro il 2100;
  • Effetti sul 6% degli insetti, 8% delle piante e 4% dei vertebrati;
  • Episodi di grave siccità per 350 milioni di residenti urbani entro il 2100;
  • Gravi ondate di calore per l’8% della popolazione mondiale almeno una volta ogni 20 anni;
  • Perdita del 70% delle barriere coralline globali entro il 2100.

Se invece raggiungessimo la soglia dei +2°C, le conseguenze sarebbero ancora più gravi:

  • Un incremento del 170% del rischio di inondazioni;
  • Estati senza ghiaccio nell’Artico una volta ogni decennio;
  • Un aumento dei livelli del mare di 56 centimetri entro il 2100;
  • Effetti sul 18% degli insetti, 16% delle piante e 8% dei vertebrati;
  • Episodi di grave siccità per 410 milioni di residenti urbani entro il 2100;
  • Gravi ondate di calore per il 28% della popolazione mondiale almeno una volta ogni 20 anni;
  • Perdita totale delle barriere coralline globali entro il 2100.

Inoltre, ogni mezzo grado aggiuntivo può provocare una consistente riduzione della resa delle coltivazioni agricole, tanto che lo scenario a +2°C implica anche un rallentamento dello sviluppo economico a livello globale, con conseguenze più gravi soprattutto nei Paesi più poveri.

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